Sii umile perchè sei fatto di Terra, sii nobile perchè sei fatto di Stelle

domenica 22 gennaio 2012

Stai con ciò che c'è.

Stai con ciò che c'è.

Sembra una piccola frase poco importante ma contiene una delle più grandi indicazioni per un cammino nella consapevolezza. Quando l'ho incontrata per la prima volta non avevo compreso completamente il suo significato.
Se stai con ciò che c'è, che accade nel momento che stai vivendo, ad esempio, se ascolti il tuo respiro, se percepisci i contorni del tuo corpo, i punti in cui il tuo corpo tocca la sedia, il contatto dell'aria sulla pelle o della stoffa degli abiti, hai una grande chiave .
Oppure sei in un luogo in natura e senti profondamente la bellezza, sei immerso nel tutto e senti che sei connesso, collegato, senti quella bellezza penetrare dentro di te, senti la tua vita collegata, ti gusti tutto, hai un'altra chiave.
Allora ogni momento diventa meditazione, presenza.

La meditazione non è qualcosa che richiede sforzo, non è fatica, è fluire, lasciare che tutto accada e mantenere la consapevolezza di sé.
Ci sono tanti esercizi di meditazione e sono anche molto piacevoli, sono strumenti, a volte si fa un viaggio altrove, se quello è l'intento. In altri momenti si entra consapevolmente in altre dimensioni per fare determinati lavori energetici.
Ma tutto serve a condurci a una sola cosa, essere presenti a noi stessi. Accade che quando si alza la vibrazione, quando la mente si acquieta e il cuore comincia a volare, accade spesso che ci si stacchi dall'attimo, si vada in altri luoghi, non si rimanga presenti. Esperienza molto piacevole ma poi deve tornare la presenza o tutto rimane effimero e lontano.
La meditazione non è una tecnica, le tecniche servono come strumenti d lavoro, come le pialle al falegname.
Quando cantiamo un mantra che amiamo, lo sentiamo risuonare nella stanza, ma ancora di più dentro di noi, ne sentiamo la vibrazione, il suono interno.

Essere in meditazione, non “fare” meditazione, è essere nel proprio centro e può accadere in ogni momento, anche ora mentre pigio i tasti, anche ora mentre leggete. Potete ascoltare il vostro corpo, esserne consapevoli e magari, sciogliere quel muscolo del collo o delle spalle che è troppo teso, senza che ci sia la necessità. Potete sentire il vostro respiro, calmo e regolare, addirittura il cuore che batte.

Meditare è una piccola vacanza che date a voi stessi in mezzo al caos della giornata. È una connessione alla fonte. La meditazione accade, non sei tu a doverla fare, puoi predisporre affinché accada ma poi attendi, serenamente, senza aspettative.
Sto con ciò che c'è. Osservo il respiro, lo osservo, lo percepisco, sento l'aria entrare attraverso le narici e espandersi nei polmoni. Osservo, senza modificare, come osservo il volo di una rondine che passa. Arriva un pensiero, osservo e lascio passare come fosse una nuvola che si sposta col vento. E' così rilassante non sentirsi costretti a fare il vuoto mentale ma lasciare che tutto fluisca nel continuo infinito presente che la vita ci porta. Se non lo combattiamo il pensiero si affievolisce, se ne va e possiamo ritornare all'osservazione. La mia insegnante di yoga di tanti anni fa, la chiamava osservazione passiva, essere presenti senza fare. E' stato il primo insegnamento che ho ricevuto quando ho iniziato nel 1980 il mio camino spirituale. E rimane tuttora , per me, il più valido. L'ho ritrovato nel reiki, nelle costellazioni, nel lavoro con i cristalli. Quel piccolo insegnamento mi ha cambiato qualcosa dentro, per sempre.

Col tempo ci si accorge che si mantiene sempre, in modo naturale questa consapevolezza di sé, questa presenza. Non deve essere confusa con il controllo, non c'è forzatura. Se siamo presenti a noi stessi possiamo accogliere il divino in noi, perché ne diventiamo consapevoli. Siamo in collegamento con la Sorgente, riceviamo nuova energia, nutrimento ed è una pace incredibile, anche in mezzo alla confusione, perché abbiamo accesso a quella parte di noi che non viene mai toccata. Anahata, il non colpito in sanscrito, il nostro Cuore Sacro.
Stai con ciò che c'è vuol dire anche non supporre, non fare elucubrazioni mentali su tutto, osservare serenamente anche ciò che abbiamo di fronte. E, se c'è qualcosa che ci disturba, osservare cosa accade dentro di noi e comprendere qualcosa in più di noi stessi.

Il nostro corpo è un vero portale, anche se per anni ci hanno insegnato che lo spirito e la materia sono due cose separate. Rimanendo presenti al respiro, alla vita che ci scorre dentro possiamo accedere alla nostra luce interiore, incarnarla completamente e tornare a essere radianza.
E sono proprio i momenti in cui siamo totalmente presenti a noi stessi, alla bellezza della natura intorno a noi, al respiro nostro e al respiro dell'universo che accade qualcosa. Qualcosa si apre, il Divino si mostra e noi lo accogliamo, “gli facciamo posto”, cominciamo a ricevere nuova luce, nuova energia e la coscienza si espande.
La via dello Spirito è la via del cuore, non è andare chissà dove per sfuggire, magari, a una pseudo realtà che non piace, ma è la presenza, è far fiorire il divino in noi, allora possiamo attraversare tutto, senza giudizio e con leggerezza.

2 commenti:

  1. Grazie per questo post... è denso di insegnamenti importanti... grazie di cuore :)

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  2. E' tutto così semplice, così semplice. Stare un po' in silenzio, l'osservazione del respiro senza modificarlo, essere consapevoli del corpo e di sè... è la porta da cui entrare. Quando tutto è calmo e si comincia a ricevere nuova luce, energia divina più sottile, la coscienza si espande e il resto accade, col tempo avviene la fioritura, diventiamo consapevoli di essere coscienza, luce, sorgente, universo, cosmo.
    E' tutto così semplice, bastano l'intento puro, la passione per la vita e l'amore.
    Un bacio cara Aquila.

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