Giacchè nulla cambia dalla notte al giorno,
il guerriero fa un nuovo passo falso e ancora una volta sprofonda nell’abisso.
I fantasmi lo provocano, la solitudine lo tormenta.
Poiché adesso è più consapevole dei propri atti, non pensava
che ciò sarebbe accaduto di nuovo.
Ma è accaduto. Circondato dall’oscurità, egli comunica con il suo maestro.
"Maestro, sono caduto di nuovo nell’abisso", dice .
"Le acque sono profonde e scure".
"Ricordati di una cosa", risponde il maestro.
"Ciò che annega non è il tuffo, ma il fatto di rimanere sott’acqua".
(Paulo Coelho)
Quante volte siamo sprofondati e abbiamo rischiato di annegare?
A volte ce l'abbiamo fatta da soli, altre volte abbiamo chiesto aiuto e ci siamo aggrappati a una mano tesa in nostro soccorso.
A volte si cade ancora, è vero, ma abbiamo imparato a risalire subito, a tirarci all'asciutto e a non odiare quelle acque profonde e scure, ma ad accoglierle come parte del flusso della vita.
Dobbiamo solo ricordarci che sappiamo nuotare verso la luce e abbiamo la forza per farlo.
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