Sii umile perchè sei fatto di Terra, sii nobile perchè sei fatto di Stelle

mercoledì 10 luglio 2013

Comincerò a vedere

“Quando apro gli occhi e mi guardo intorno, non è “il mondo” che vedo,

ma il mondo che il mio equipaggiamento umano sensoriale è in grado di vedere,

il mondo che il mio sistema di credenze mi permette di vedere,

è il mondo che alle mie emozioni interessa vedere o non vedere”.

Ramtha


Equipaggiamento umano sensoriale = la tuta che indosso per camminare sulla terra, dentro la quale ci sono io, essere luminoso e consapevole. Mano a mano che le credenze e i condizionamenti verranno trasformati, che i dolori e i traumi, che creano blocchi ed emozioni limitanti, saranno sciolti, comincerò a vedere veramente.

L' UOVO

The Egg


Stavi andando a casa quando sei morto.

E’ stato un inci­dente d’auto. Nulla di par­ti­co­lar­mente ecci­tante, ma comun­que fatale. Hai lasciato una moglie e due bam­bini. E’ stata una morte rela­ti­va­mente indo­lore. I medici del pronto soc­corso hanno fatto il pos­si­bile. Non è ser­vito. Per com’eri con­ciato, fidati. E’ meglio così.

Poi mi hai incontrato.

«Cos’è suc­cesso?», mi hai chie­sto. «Dove sono?»

Te l’ho detto senza girarci tanto intorno: «sei morto». Non avrebbe tanto senso misu­rare le parole.

«C’era un fur­gone, scivolava…»

«Già»

«Sono… Sono morto?»

«Già. Ma non pre­oc­cu­parti troppo. Muo­iono tutti», ho detto io.

Ti sei guar­dato intorno. Non c’era altro che nulla. E poi solo io e te. Hai chie­sto «che posto è que­sto? L’aldilà?»

«Più o meno»

«Sei Dio?»

Ti ho rispo­sto «Sì. Sono Dio.»

«I bam­bini? Mia moglie?»

«I bam­bini e tua moglie cosa?»

«Se la caveranno?»

«Così mi piaci. Sei appena morto e ti pre­oc­cupi solo della tua fami­glia. Ben fatto.»

Mi guar­davi affa­sci­nato. Non ti sem­bravo un Dio. Sem­bravo solo un uomo. O forse una donna. Una vaga figura auto­ri­ta­ria, più la mae­stra dell’asilo che l’onnipotente.

Ti ho detto «tran­quillo, sta­ranno bene. I tuoi bam­bini si ricor­de­ranno di te come una spe­cie di essere per­fetto. Non hanno avuto il tempo di sco­prire i tuoi difetti. Tua moglie sta pian­gendo, ma in realtà den­tro di sé è sol­le­vata. Dicia­mo­celo, il tuo matri­mo­nio stava andando a pezzi. Se ti può con­so­lare, si sen­tirà orren­da­mente in colpa di sen­tirsi sollevata.»

Hai detto «Oh», e poi «E adesso che suc­cede? Vado all’inferno, in para­diso o dove?»

«Nes­suna delle due cose. Sarai reincarnato.»

«Ah, allora gli Hindu ave­vano ragione»

Ho detto «tutte le reli­gioni hanno ragione, in un certo senso. Cam­mina con me.»

Mi hai seguito men­tre pas­seg­gia­vamo nel vuoto nulla. «Dove andiamo?»

«Da nes­suna parte. E’ che mi piace cam­mi­nare men­tre chiacchero»

Mi hai chie­sto «ma allora, come fun­ziona? Quando rina­scerò sarà tutto can­cel­lato no? Un neo­nato. Tutta la mia espe­rienza e tutto il resto che ho fatto in que­sta vita non impor­te­ranno più.»

Ti ho detto «sba­gliato! Hai den­tro di te tutta la cono­scenza e l’esperienza di tutte le tue vite pas­sate. E’ solo che ora non le ricordi.»

Mi sono fer­mato, e ti ho affer­rato per le spalle. «La tua essenza è più magni­fi­cente, mera­vi­gliosa e gran­diosa di quanto tu possa imma­gi­nare. Una mente umana può con­te­nere solo una fra­zione minu­scola di quel che sei. E’ come met­tere il dito in un bic­chiere di acqua per vedere se è calda o fredda. Metti un tuo pez­zet­tino nel con­te­ni­tore e quando lo tiri fuori hai impa­rato tutta l’esperienza che conteneva.

«Sei stato den­tro a un umano per gli ultimi 48 anni. Per que­sto non ti sei ancora sti­rac­chiato bene e non hai per­ce­pito la tua immensa coscienza. Se stes­simo a per­der tempo qui per abba­stanza, ini­zie­re­sti a ricor­dare tutto. Ma non serve a niente farlo tra una vita e l’altra.»

«Quante volte mi sono rein­car­nato allora?»

Ho detto «ah, mol­tis­sime. Più di mol­tis­sime. E in mol­tis­sime diverse vite. A que­sto giro sarai una con­ta­dina cinese del 540 dopo Cristo.»

Mi hai rispo­sto quasi scon­volto «aspetta un attimo! Mi stai man­dando indie­tro nel tempo?»

«Se la metti in que­sti ter­mini, forse tec­ni­ca­mente sì. Il tempo come lo intendi tu esi­ste solo nel tuo uni­verso. Da dove vengo io fun­ziona un po’ diversamente»

«E da dov’è che vieni tu?»

Ti ho spie­gato che «beh di certo vengo da qual­che posto. Qual­che altro posto. E ce ne sono altri, come me. So che vor­re­sti sapere com’è lag­giù. Ma fidati, non ci capi­re­sti niente.»

Mi hai rispo­sto deluso «oh. Ma aspetta un attimo. Se mi rein­carno in altri posti e tempi, potrei aver inte­ra­gito con me stesso, a un certo punto.»

«Certo, capita di con­ti­nuo. Ma col fatto che nes­suna delle due vite ha coscienza di altro che sé stessa, non te ne accorgi»

«E quindi che senso ha?»

Ti ho chie­sto «sul serio? Mi stai seria­mente chie­dendo il senso della vita? Non ti sem­bra un po’ stereotipato?»

Hai insi­stito: «è una domanda ragionevole».

Ti ho guar­dato negli occhi. «Il senso della vita, il motivo per cui ho creato que­sto intero uni­verso, è per­ché tu possa maturare»

«Vuoi dire l’uomo? Vuoi che l’umanità maturi?»

«No, solo tu. Que­sto uni­verso l’ho fatto per te. Con ogni nuova vita cre­sci e maturi e diventi più grande e più intelligente.»

«Solo io? E tutti gli altri?»

«Non esi­ste nes­sun altro. In quest’universo ci siamo solo io e te»

Mi hai guar­dato strano «Ma tutta la gente del mondo…»

«Tutte te. Diverse incar­na­zioni di te.»

«Aspetta. Sono tutti!?»

«Ci stai arri­vando», e men­tre lo dicevo ti ho dato una pacca sulla spalla, per con­gra­tu­larmi con te.

«Sono ogni essere umano mai esistito?»

«E che mai esi­sterà, sì»

«Sono Abramo Lincoln?»

«E sei anche il suo assas­sino», ho aggiunto.

«Sono Hitler?», l’hai detto con un’espressione raccapricciata.

«E sei tutti i milioni di per­sone che ha ucciso»

«Sono Gesù?»

«E tutti i suoi seguaci»

Sei stato zitto.

Ti ho detto «tutte le volte che hai vit­ti­miz­zato qual­cuno, vit­ti­miz­zavi te stesso. Ogni gesto carino che hai fatto l’hai fatto a te stesso. Ogni momento felice e ogni momento tri­ste che ogni umano ha mai vis­suto e mai vivrà, li hai vis­suti tu.»

Ci hai pen­sato per un bel po’.

«Per­ché? Per­ché fare tutto questo?»

«Per­ché un giorno sarai come me. Per­ché è que­sto quello che sei. Uno della mia spe­cie. Sei mio figlio.»

«Wow. Vuoi dire che sono un dio?», lo hai detto ma eri incredulo.

«No, non ancora. Sei un feto. Stai cre­scendo. Una volta che avrai vis­suto ogni vita di ogni essere umano in ogni momento, sarai abba­stanza grande da nascere»

«Quindi l’intero uni­verso è solo…»

«Un uovo», ti ho detto. E poi ho aggiunto «è ora che tu vada.»

E ti ho man­dato per la tua strada.


By: Andy Weir
Translation: Paolo Gianrossi

Mi dichiaro Viva

Assaporo ogni momento.
In passato mi preoccupavo se gli altri parlavano male di me;
allora facevo quello che gli altri volevano, ma la mia coscienza mi rimproverava.
Comunque, nonostante qualunque sforzo facessi per essere sempre educato,
qualcuno mi diffamava lo stesso…..

…D’ora in avanti, mi consento di essere quello che sono.
L'albero di sambuco mi ha insegnato che siamo tutti uguali.

Sono un guerriero:
la mia spada E' l’amore,
il mio scudo E' l’umorismo,
la mia casa E' la coerenza,
il mio testo E' la libertà'.

Perdonatemi, se la mia felicità'
E' insopportabile,
ma non ho scelto il comune buon senso.
Preferisco l’immaginazione
degli Indios, piena di innocenza.
Forse dobbiamo solo essere tolleranti.

Senza amore niente ha senso,
senza amore siamo perduti,
senza amore corriamo di nuovo il rischio
di camminare dando le spalle alla luce.

Per questa ragione è molto importante
che solo l’Amore ispiri le nostre azioni…..

…Il modo migliore per svegliarsi è farlo
senza preoccuparci che le nostre azioni
disturbino il sonno di chi ci dorme accanto

Non ha importanza l’arrivo,
la strada e la meta sono la stessa cosa.
Non dobbiamo correre in nessun luogo,
solo compiere ogni passo in piena coscienza.

Quando siamo più grandi di quello che facciamo,
nulla ci puo' far perdere l’equilibrio.
Ma quando permettiamo che le cose diventino piu' grandi di noi,
il nostro disequilibrio è garantito.

E’ possibile che siamo solo acqua corrente;
la strada deve essere fatta da noi.
Comunque, non permettiamo che il letto schiavizzi il fiume,
perche' invece di una strada, otterremo una prigione.

Amo la mia pazzia che mi vaccina contro la stupidita' .
Amo l’amore che mi immunizza contro l’infelicita'
che prolifera e infetta le anime e atrofizza i cuori.

Le persone sono tanto abituate all’infelicita' ,
che la sensazione di felicità' sembra loro estranea.
Le persone sono tanto represse,
che la tenerezza spontanea le disturba e l’amore ispira loro diffidenza.
La vita è un cantico alla bellezza, un invito alla trasparenza.

VI CHiEDO PERDONO MA
MI DICHIARO VIVO!!!!!!!!!!

ChaMALU'
Indio Quechua

***
Mi dichiaro VIVA
 perchè essere VIVA è un mio diritto, 
un diritto di tutti.
 "mi dispiace" se vi disturba
come sono e come vivo,
ma mi dichiaro VIVA
Shanti